4.5.07

Porco cane.

Un anno fa su Invad.

















Un recentissimo post di Roberta, unito a quelli di altri attenti osservatori come Spotanatomy, impongono una riflessione sulla nostra autocritica dell'invasività pubblicitaria e su una serie di mostruose coincidenze che ci attraversano il passo.
















Sotto l'insegna di Invad visioni fantapubblicitarie che vorrebbero indicare a giovani creativi e studenti il confine di non ritorno, un'insolita palestra d'idee per allenare la creatività nel contesto diretto delle nuove forme di advertising, con la consapevolezza di tutti i rischi che queste comportano.

Fuori dai nostri computer, invece, continua la frenetica ricerca alla conquista di nuovi spazi e, come moderni rabdomanti dei nostri giorni, i pubblicitari di mestiere s'industriano per presidiare nuovi punti di contatto con i "consumatori", spesso in barba alle più normali logiche di buon senso e permissività di chi riceve il messaggio.

Il principe Salina ne Il Gattopardo diceva che "bisogna cambiare tutto affinché nulla cambi", vuoi vedere che - per alcuni - il celebratissimo Advertising 2.0 si muove secondo le logiche intrusive e interruttive del secolo scorso?

P. I.