31.8.07

Bentornati

E bentornate coincidenze.

Tra poco tornerò nelle aule della Scuola Politecnica di Design di Milano a parlare di advertising al solito manipolo di studenti, provenienti da tutte le parti del mondo, per imparare a fare la réclame.

E ancora, mi troverò a spiegare altro rispetto alla pubblicità tradizionalmente intesa, per trasferir loro la necessità di un nuovo modo di essere creativi oggi.

Tralasciando la seduzione da trenta secondi, per apprezzare l'arte del coinvolgimento, dell'aggregazione, del raccontar storie.

Dribbleremo le facili tentazioni modaiole del viral e del guerrilla, per analizzare una nuova comunicazione che deve tener conto del suo pubblico. Rispettandone gli spazi e lasciando che sia lui a muovere verso i messaggi di marca e non viceversa.

E allora ciascuno di loro potrà cimentarsi, per il terzo anno consecutivo, con questo bizzarro esperimento di contrari che è Invad, dove mettiamo in scena spazi media ancora vergini, denunciando il punto di non ritorno che in un mondo ideale non avremmo mai voluto vedere.

Invece, purtroppo, moltissime delle nostre allucinazioni stanno prendendo sempre più piede, a dimostrazione che pubblicitari e aziende non ci stanno proprio ad essere snobbati e lottano affannosamente per trovare nuovi spazi per catalizzare l'attenzione degli individui.

L'ultima coincidenza l'ho appresa da Repubblica di martedì 28 agosto e sembra coincidere perfidamente con la cinica premonizione di una studentessa del master di 2 anni fa.


















Come dire? Se il buongiorno si vede dal mattino, gli studenti di quest'anno avranno di che faticare per immaginare nuove invasioni pubblicitarie che non siano ancora state contemplate dagli addetti ai lavori.

Vedremo.

P. I.